In quei momenti in cui il mondo vi sembra grigio, in cui vorreste solo un gatto, un camino e il divano – e avete solo il divano – la vostra tempesta interiore si contorce e, fuori da ogni controllo, vi spinge a impossessarvi dello strumento del demonio, lo smartphone. Dopo aver visto tutte le video-ricette di Facebook, i gattini di Instagram e aver persino passato in rassegna le foto profilo di WhatsApp, resta solo una cosa, l’ultima spiaggia del sadismo: i profili LinkedIn.
Più irrequieti di un gatto forastico, più verdi di Hulk,
profilo dopo profilo, vedrete il mondo andare avanti a vostra insaputa, riempiendo tabelle e creando collegamenti. Leggerete di stage, placement, internship e traineeship e a quel punto un’irrefrenabile ambizione vi chiederà: perché io no? e a qualunque costo vi implorerà di trovare uno straccio di qualcosa+ship da piazzare sotto alla foto oblò (l’unica cosa che siete riusciti ad inserire).
Il primo passo per superare questa sensazione di inestimabile incompiutezza è essere consapevoli che stage, placement, internship e traineeship vengono spesso utilizzati con approssimazione, al solo fine di rimpiazzare un termine italiano poco appetibile nel contesto internazionale: tirocinio.
In un’era di calamità sociali come la fugo cervellus e la mammonites, cerchiamo di capire se vi sia una buona ragione per spodestare italianismi ed estrarre dal cilindro il sostituto forestiero che più ci piace.
Stage, cominciamo col francese (quindi attenzione alla pronuncia che non è steig). Tirocinio e stage sono due termini che sono stati indirettamente equiparati già a partire dal secolo scorso (d.m. 142/1998,) e sono progressivamente divenuti intercambiabili, un vero e proprio corpo e un’anima. Entrambi riconosciuti come esperienze di apprendimento e formazione, differiscono leggermente in termini di facoltatività. Il tirocinio rispetto al corrispettivo francese, infatti, può configurarsi come tappa obbligatoria all’interno di un proprio percorso formativo o professionale. Volendo giungere a una differenziazione tecnica, il tirocinio si configura come esperienza curricolare (ovvero può essere utilizzato per conseguire titolo di studio o essere abilitati a una professione) mentre lo è stage da associarsi al fantomatico E.C. l’extracurricolare. Tirocinio dalle spielberghiane sembianze, l’extracurricolare è una materia scivolosa che ha avuto bisogno di essere incasellato all’interno delle linee guida in materia di tirocini del gennaio 2013.
Placement, si vira sull’inglese. Placement col significato di “posizionamento” rappresenta l’attività svolta da enti pubblici o privati finalizzata a far incontrare domanda e offerta di lavoro, niente che sia lontano da un tirocinio, se non per il fatto di svolgerlo all’estero. Il termine è stato però in più contesti sostituito dal più diretto Traineeship, o almeno così si è mosso il programma Erasmus+ (plas o plus per me pari non sono).
Internship? Il tirocinio, obbligatorio o meno, stavolta secondo gli statunitensi.
Insomma, i termini sembrano essere tutti intercambiabili ed è possibile sbizzarrirsi.
In tutti casi si tratta di esperienze in ambito lavorativo che favoriscono l’inserimento nel mercato del lavoro, senza comportare alcun obbligo di assunzione da parte dell’ente ospitante.
Ma tornando all’italica lingua, nascosto dagli inglesismi si cela la sponda sicura del Tirocinio per antonomasia, quello con la maiuscola: il più monitorato, l’extracurricolare più ribelle e camaleontico, tanto da avere una regolamentazione differente in ogni regione e provincia autonoma anche in virtù dell’altrettanto ribelle e camaleontico Titolo V.
La Regione Lazio, che testa nei suoi laboratori il vaccino Torno Subito contro la fugo cervellus e la mammonites, a partire dalla dgr 119/2013, ha programmato il tirocinio E.C. come una delle possibili esperienze della seconda fase del progetto. Figurano nel secondo allegato del bando: un’esperienza in ambito lavorativo, un tirocinio extracurricolare, curricolare o professionale finalizzato all’abilitazione, un dottorato di ricerca senza borsa di studio oppure un percorso di accompagnamento all’autoimprenditorialità. In tutti i casi elencanti, spetta la stessa indennità mensile, che è stata notevolmente aumentata rispetto alle cifre previste dalle linee guida e poi dalla drg 199/2013.
Ecco, scegliendo di vaccinarvi, avrete tanti modi per “fare gli inglesi” sui social networks del lavoro, di fare gli “extra” senza bisogno di un’astronave e piuttosto che “Telefono Casa”, anzi “Smartphone – lettoinaffitto” direte Torno Subito!
Funziona, non funziona? Staremo a vedere, parola di stagista. O tirocinante? Meglio intern… Boh! Speriamo solo di non doverci aggrappare tutti a quel “almeno fa curriculum” dei tirocinanti torinesi di psicologia.
Seguiteci, torniamo subito