L’ultima cena di Stato del Presidente uscente Obama è ormai sulla bocca di molti cittadini europei. Tra fasti e cerimonie però, rimane all’oscuro un accordo commerciale che l’Unione Europea sta portando avanti con gli Stati Uniti dal 2013, noto come partenariato transatlantico su commercio e investimenti o TTIP. Si tratta di un processo negoziale che punta al rilancio dell’economia europea, alla risoluzione di conflitti sorti ai confini e soprattutto alla salvaguardia dell’influenza europea nel mercato globale, sempre al passo con le novità delle economie emergenti. I vantaggi?
Creazione di posti di lavoro, riduzione dei prezzi e soprattutto la possibilità influenzare le regole del commercio mondiale diffondendo il “Made in Europe”. Il trattato prevede l’apertura degli USA alle imprese UE e una drastica riduzione degli oneri amministrativi, definendo di conseguenza nuove norme per rendere più agevole ed equa l’esportazione. Questo ultimo punto ha rallentato non poco il processo negoziale, considerando la differenza degli standard qualitativi delle due parti, soprattutto relativamente alla salute delle persone e alla salvaguardia dell’ambiente. In questo momento l’accordo stalla nella seconda fase dell’accordo commerciale, i negoziati. Dall’inizio delle trattative (giugno 2016) si sono conclusi 8 negoziati con la controparte statunitense per chiarire obiettivi e scambiare proposte. Gli ultimi aggiornamenti registrano alcuni progressi tecnici sulla componente normativa, rivelando comunque una sostanziale differenza di approccio. Sono state condotte anche discussioni costruttive sulle dogane, energia, materie prime e sviluppo delle PMI, ma le questioni più difficili rimangono ancora aperte. Sembra infatti che i negoziati dureranno ancora a lungo, sperando in un avanzamento entro il 2016.