Lo scorso 19 ottobre la Commissione europea ha adottato la comunicazione “Verso una robusta politica commerciale per l’Unione nell’interesse di lavoro e crescita”. Titolo ambizioso, per una delle politiche più importanti (e antiche) in capo a Bruxelles: il commercio. L’obiettivo, nello specifico, è stimolare gli Stati membri ad aggiornare, rafforzandoli, gli strumenti di difesa commerciale.
Sempre più comuni, infatti, da parte dei paesi terzi che commerciano con l’Ue, le pratiche sleali come il dumping – l’esportazione di merci a prezzi molto più bassi di quelli praticati sul mercato interno o su altri mercati – o i sussidi governativi alle produzioni. Macroscopico l’esempio dell’enorme quantitativo di acciaio cinese arrivato sul mercato Ue a prezzi molto bassi e che ha causato la caduta del valore commerciale dei prodotti europei. Occorrono, dunque, misure più efficaci, veloci e trasparenti: l’esecutivo europeo sta studiando un nuovo metodo di calcolo del dumping nelle importazioni dai paesi viziati da distorsioni del mercato o dove lo stato esercita un’influenza pervasiva nell’economia. Questa nuova metodologia sostituirà l’attuale sistema, che pone un limite ai “dumping duties” troppo spesso inefficace.
Tale inefficacia deriva dall’applicazione della cosiddetta LDR, Lesser Duty Rule: per imporre misure anti-dumping, non solo deve essere comprovato il dumping da un paese terzo, ma anche il conseguente danno all’industria europea, così come il rapporto di causa-effetto tra i due fenomeni. Inoltre, l’entità dei dazi anti dumping è attualmente fissata al livello del margine di dumping o al livello sufficiente a rimuovere il danno (Lesser Duty). In pratica, questo significa che, ad esempio, su prodotti cinesi oggetto di dumping il dazio europeo si attesta al 21,1%, mentre negli USA, dove la Lesser Duty Rule LDR non è applicata, la media del dazio antidumping è del 265,8%. La Commissione proporrà anche una più stringente legislazione anti-sussidi, in modo tale che nel futuro ogni nuovo sussidio che emerga nel corso di indagini specifiche possa essere incluso nei dazi applicati.
La proposta di atto della Commissione sarà presentata presumibilmente entro la fine dell’anno. “Il commercio è essenziale per la nostra crescita e per la creazione di lavoro, ma non dobbiamo essere naïve”, spiega il presidente della Commissione Juncker. “Le attuali regole si sono dimostrate insufficienti a combattere la minaccia derivante dalla scorretta competizione dei paesi terzi e alcune industrie europee hanno perso migliaia di posti di lavoro”. Gli fa eco la commissaria al commercio, Cecilia Malmström: “Il commercio è la chiave per la crescita dell’Europa. Abbiamo una agenda ambiziosa per aprire i mercati e creare opportunità di business, nonché vantaggi per i cittadini e per le imprese. Ma il commercio ha anche bisogno della fiducia dei consumatori. Questo è il motivo per cui stiamo lavorando per un mercato inclusivo, trasparente, equo e basato su valori precisi”.