Il Governo, per fronteggiare il rischio sismico e idrogeologico, ha pianificato un “Piano di prevenzione strutturale del Paese”, con un finanziamento di 75 miliardi in 15 anni. Risorse che vanno ad aggiungersi a quelle già stanziate e destinate a questi due settori dall’Agenda di Governo.
In concreto, si tratta di un combinato di risorse finanziarie, incentivi, bonus, cantieri in corso o programmati, linee guida per la progettazione, nuove opportunità per le famiglie, le imprese e le città contenute nell’ultimo disegno di legge di bilancio.
Il Piano è stato presentato al CNR durante la giornata di studio “Prevenzione civile. Dalle emergenze a Casa Italia”, organizzata dalla Struttura di Missione “#italiasicura” di Palazzo Chigi. Scopo della Missione “#italiasicura”, inaugurata nel 2014 “contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche”, è di sensibilizzare gli italiani sui temi del rischio e della prevenzione, nonché di offrire un contributo per la realizzazione delle iniziative programmate. Già a gennaio di quest’anno, Mauro Grassi, responsabile della Struttura, lamentava che l’intervento europeo prevedesse una compartecipazione ai fondi strutturali e non un reale finanziamento. Una questione che torna di estrema attualità.
Gli investimenti riguardano il fondo pluriennale di 47.5 miliardi per opere di prevenzione e per la realizzazione di infrastrutture, soprattutto per opere di prevenzione di lungo periodo nei settori del dissesto idrogeologico, della riduzione del rischio sismico ed edilizia scolastica; 9,8 miliardi per la lotta al dissesto idrogeologico; 6,8 miliardi per l’edilizia scolastica; 7 miliardi per la ricostruzione post terremoto del centro Italia e 11,6 miliardi di incentivi da destinare ai privati per lavori di ristrutturazione antisismica ed efficienza energetica. Con questo Piano di prevenzione strutturale quello che si vuole ottenere è di sostituire una logica emergenziale e un ricorso a fondi ad hoc di proporzioni non indifferenti, ma che comunque non è, per sua stessa natura, in grado di arginare i danni all’ambiente, al patrimonio artistico, etc., con una strategia a lungo termine di prevenzione.
Quello che si vuole è “voltare pagina” come sottolinea D’Angelis, capo della Struttura di Missione “#italiasicura”, per realizzare un’Italia veramente sicura e rispettosa dell’ambiente e dei suoi cittadini e che cerca di trovare le soluzioni migliori per tutelarli.
Fortunatamente, ed è notizia recentissima, la Commissione, con due Decisioni a sostegno delle azioni di ricostruzione abitativa nelle zone colpite dal sisma, dà seguito, in modo concreto, alle sue intenzioni tante volte dichiarate. Ed è il presidente Juncker a voler sottolineare che parte di quanto stanziato in sede europea sarà destinato alla ricostruzione della Basilica di S. Benedetto a Norcia. Ricostruzione che avverrà grazie a Fondi di Solidarietà UE e che al di là del supporto puramente economico vuole essere la testimonianza simbolica oltre che tangibile della vicinanza morale dell’Unione e delle sue Istituzioni all’Italia e ai suoi cittadini