Personalmente, penso che la diretta di Radio Anch’io sul Referendum sia stata un’ottima occasione per poter far sentire la nostra opinione e le nostre perplessità attorno a un tema così cruciale per l’Italia come le riforme costituzionali.
Pur avendo votato Sì, sperando in un cambio del sistema istituzionale rendendolo più agile e decidente e meno instabile e decentrato, riconosco che c’erano comunque anche buone ragioni per votare No. Ad ogni modo, passato questo appuntamento-spartiacque del 4 dicembre scorso, i problemi di noi giovani restano tutti: disoccupazione precarietà, incertezze sul futuro. E dal dibattito molto interessante a cui abbiamo partecipato è emerso chiaramente che non possiamo aspettarci dalla politica – che oggi pare faccia leva solo su emozioni di “pancia” – nessun “demiurgo” risolutore di tutti gli enormi problemi della nostra generazione.
È sicuramente vero – come hanno sostenuto in molti del fronte del No – che i veri problemi in Italia non sono causati dalla Costituzione, ma soprattutto da una classe politica litigiosa, inconcludente e che sa solo promettere. Per questo credo che noi giovani elettori, soprattutto noi studenti di comunicazione, abbiamo il dovere di scovare le frodi, abbellite da una montagna di retorica populista, dei politici nostrani. Dobbiamo e possiamo denunciarle apertamente, rimanendo sempre lucidi e non facendoci trascinare dalle ipersemplificazioni che oggi l’arena politica mediatizzata ci offre in abbondanza. Per il resto non ci resta che impegnarci a fondo in tutto quello che facciamo, e sperare in una realizzazione personale, anche con l’aiuto dei canali che l’università ci offre.