Il festival debutta col botto: la prima serata è stata vista in media da 11 milioni 374 mila spettatori con una media del 50,4% di share. La prima parte della serata (dalle 21.14 alle 23.52) è stata seguita da 13 milioni 176 mila spettatori pari al 50.1%, la seconda parte (dalle 23.57 alle 00.54) da 6 milioni 177 mila con il 51.9%.
Nonostante gli ascolti, siamo di fronte ad un festival, almeno alla prima puntata, completamente ingessato, privo di emozioni narrative e seduzioni complesse. Paradossalmente la De Filippi, che ha fatto delle storie e del suo racconto un elemento di rottura e distinzione, non ha contribuito alla narrazione sanremese.
Allo stesso modo Carlo Conti, il quale nei suoi programmi televisivi (e nelle edizioni precedenti del Festival), aveva regalato qualche sprizzo di coinvolgimento televisivo è apparso sotto tono, un semplice postino alla corte di Maria.
Maria e Carlo, Carlo e Maria, “I promessi sponsor” come li ha definiti Crozza, sembravano voce (quasi) fuori campo, narratori puri, privi di spessore autorale.
E così si è passati dalla emozionante interpretazione di Tiziano Ferro nel ricordo di Luigi Tenco al racconto del sociale con i soccorritori del terremoto in Centro Italia e della valanga sull’hotel Rigopiano; dalle canzoni in gara (ci vorrebbero 22 Mannoia), perse lì tra uno spot e la musica travolgente di Ricky Martin, al MABASTA, movimento studentesco anti-bullismo. Tutto senza definite e chiare linee narrative.
Un mondo possibile, privo di coerenza ed emozioni, non assolutamente in grado di catturare e sedurre i pubblici. L’unica narrazione coinvolgente ed espansa è quella che si è sviluppata sui social network sia grazie alle abilità di social media marketing della Tim che dalla presenza di pubblici connessi e produttivi. Secondo l’analisi di InTime in collaborazione con  @Talkwalker, la prima serata fa registrare 588,900 contenuti condivisi per: #sanremo2017, 521.100; @sanremorai, 25.800; #sanremoceres, 15.500; #sanremo, 14.000; “Festival di Sanremo”, 6.743; “Sanremo 2017, 5.746.

 

l’analisi di InTime in collaborazione con @Talkwalker

Fonte: Intime – Talkwalker

Gli autori complessivi sono stati 81.600 e i tweet totali sono stati dunque 582 mila. Dal punto di vista demografico, emerge che il 63,7% degli utenti è formato da donne mentre il 36,3% sono uomini. I social consentono di affacciarsi su spazi pubblici in cui si costruiscono i significati socialmente condivisi. In effetti, le conversazioni hanno realizzato un coinvolgimento di 2,2 milioni di persone ma questo non ha creato un unico, dialogante “discorso narrativo” tra tv e second screen.
Enrico Maria Salerno, conduttore dell’edizione del 1970, disse che il festival di Sanremo era come quel parente, quello zio un po’ matto, che ognuno di noi ha in famiglia, che si presenta una volta all’anno e non sai mai quali esperienze e storie incredibili ti possa raccontare.
Persa l’architettura narrativa ci è rimasto solo un freddo e noioso arredamento d’interni.

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