Le parole di Tommaso D’Aquino suonano più moderne che mai: “Diffida dell’uomo di un solo libro.”, così diceva il frate domenicano vissuto dal 1225 al 1274; parole che si riadattano alla contemporaneità, in cui non solo i libri, ma anche la rete, i social network, i giornali online, oltre ai classici giornali cartacei, sono fonti di informazioni. E così il mantra medievale di D’Aquino è diventato “Diffida dell’uomo di una sola fonte d’informazione”: con queste parole il Presidente del Senato Pietro Grasso ha tenuto la sua Lectio Brevis durante il convegno “Una cultura per la società dell’informazione”, l’ultimo del ciclo di convegni intitolato “Dialoghi sulla sostenibilità – Roma 2016”, tenutisi in diversi atenei laziali da marzo a maggio 2016.
La Rete è stata definita il più grande spazio pubblico che l’umanità abbia mai conosciuto, una risorsa per la democrazia e uno straordinario mezzo di moltiplicazione delle fonti di informazione; in realtà il progresso ha moltiplicato le fonti di cultura, ma ha ridotto gli orizzonti culturali, e tutto ciò a causa di un meccanismo noto come omofilia. L’omofilia è per definizione la tendenza a creare legami con chi è simile, che, nella ricerca di informazioni, si traduce nel selezionare solo ciò che ci è affine; su Internet l’individuo ha il potere di filtrare le informazioni, di scegliere che cosa vedere e che cosa no in base alle sue preferenze. Quello che invece non dà possibilità di scelta è l’algoritmo, che agisce sui Social Network; l’algoritmo di Facebook , ad esempio, decide quali post debbano comparire nella homepage, considerando gli interessi individuali, le interazioni più frequenti, i “mi piace”. Il risultato è che tutto ciò vediamo è una replica delle nostre opinioni e delle nostri convinzioni, senza spazio per la diversità; ci si radica sempre di più nelle proprie idee, rifiutando il dialogo. Ma non basta un link, un unico sito web o giornale per capire la complessità del nostro mondo, ecco perché si rivela fondamentale cercare punti di vista diversi dal proprio, per capire le ragioni degli altri, le battaglie che portano avanti; è ascoltando gli altri che potremmo riconoscere che le loro motivazioni, in fondo, sono giuste, ed è questa la ricetta per costruire una sana democrazia, perché la democrazia altro non è che il governo attraverso il confronto e la discussione per arrivare a soluzioni di generale soddisfazione. Il filtraggio, la selezione e gli algoritmi delle rete, a ben vedere, non sono una vera risorsa per la democrazia; per essere tale la rete dovrebbe attrezzarsi o essere usata come un spazio pubblico, che è per definizione uno spazio a cui tutti possono accedere, creando la possibilità che persone con posizioni molto distanti si incontrino e si confrontino.
“Essere colti non significa ricordare tutte le nozioni, ma sapere dove andare a cercarle”, è la massima di Umberto Eco che Pietro Grasso ha citato per sottolineare l’importanza di saper discernere all’interno del flusso caotico e ridondante di stimoli che si ricevono utilizzando la rete. L’uomo della modernità vive in una società caratterizzata da un’abbondanza informativa che crea disordine e confusione e in cui si rivela di estrema importanza la capacità di selezionare ciò che è utile, credibile e attendibile rispetto a ciò che non lo è, in un’epoca in cui gli editori web puntano di più sull’attirare click che sulla qualità dei contenuti.
Infine Pietro Grasso ha sottolineato l’importanza di essere cittadini attivi, producendo e diffondendo contenuti originali in cui far valere le proprie idee e posizioni, perché è solo con una cittadinanza attiva che tutte le voci possono essere ascoltate, dando vita al pluralismo e facendo sì che la rete non resti solo il luogo dei “gattini e delle foto gallery”.