Il concetto (e la pratica) dell’ecommerce sono ormai alla portata di tutti. Più di 315 milioni di europei usano internet ogni giorno, facendo acquisti, vendendo prodotti, concludendo affari. Un mercato in crescita che l’Unione Europea non può permettersi di ignorare. Come previsto dalla strategia del mercato unico digitale, l’UE sta lavorando in vista di un’economia del futuro in cui la libera circolazione di servizi e capitali sia prima di tutto online, sempre nella sicurezza e nel rispetto della protezione dei dati. Una sfida che, se portata a termine, prevede un risultato atteso di circa 415 miliardi di euro all’anno.
Il 25 maggio 2016 la Commissione Europea ha integrato le due proposte legislative presentate nel dicembre 2015 con un pacchetto di misure per consentire ai consumatori e alle imprese di acquistare e vendere online prodotti e servizi in modo più semplice e sicuro in tutta l’UE. Il nuovo pacchetto proposto dalla Commissione si articola in tre pilastri, tre fasi specifiche verso il Digital Single Market. Al primo posto, facilitazione dell’accesso digitale: l’obiettivo è portare il commercio online allo stesso livello del commercio tra persone, eliminando qualunque tipo di discriminazione in termini di accesso ai prezzi, condizioni di vendita o di pagamento. Secondo punto, consegna transfrontaliera: la libera circolazione delle persone equivale a una libera (e più economica) circolazione delle merci in un mercato unico. Il regolamento propone maggiore trasparenza dei prezzi e sorveglianza regolamentare sui servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi. Terzo provvedimento, aumentare la fiducia dei consumatori nel commercio elettronico: le pratiche commerciali scorrette sono un problema che impedisce notevolmente un uso libero e senza rischi del commercio online. Per questo una revisione del regolamento a favore della tutela del consumatore da parte delle autorità nazionali risulta una fase decisiva. Sul panorama nazionale, l’Italia non può farsi sfuggire l’opportunità offerta da un mercato unico digitale: 25esima per digitalizzazione nel panorama europeo, la nostra nazione dispone di un potenziale manifatturiero destinato a scomparire se non investito nell’Industria 4.0. Per nostra fortuna, l’Unione Europea sembra pronta ad abbattere barriere non più “offline”.