Lo scorso 29 giugno Google Plus ha compiuto, tra alti e bassi, il suo quarto anno di vita. Dopo appena un mese dal suo compleanno il social network sites di Google sembra essere pronto a subire profonde modifiche, tanto da permettere ad alcuni di gridare già al “divorzio” dal celebre motore di ricerca.

Stando a quanto dichiarato, attraverso un post, da Bradley Horowitz, vice presidente dei servizi streaming, foto e condivisione, ex capo di Google Plus, la situazione è ben diversa, si tratta piuttosto di un riposizionamento strategico. Come indicato nel titolo dello stesso articolo,  “Ogni cosa al giusto posto” il team Google Plus sta tornando sui suoi passi, pur apprezzando alcuni successi è pronto correggere le criticità che la piattaforma si porta dietro da diverso tempo:

Quando abbiamo lanciato Google +, abbiamo deciso di aiutare le persone a scoprire, condivide e a collegarsi su Google come fanno nella vita reale. Mentre abbiamo ottenuto alcune cose per bene, abbiamo fatto alcune scelte che, col senno di poi, abbiamo bisogno di ripensare. Così nel corso dei prossimi mesi, apporteremo alcuni importanti cambiamenti.

Sono, in particolare due, i cambiamenti a cui fa riferimento Horowitz:
1.  Un’esperienza Google+ più mirata, facendo si che il social ruoti intorno agli interessi degli utenti aggiungendo strumenti come Google Collections, e andando a rimuovere tutte le caratteristiche ridondanti, come ad esempio Google Plus Photos. L’obiettivo è quello di rendere l’esperienza G+  più mirata e più utile, ovvero più coinvolgente.

2. Utilizzo di Google senza un profilo Google+, perchè se da un lato è indubbia l’utilità nel poter accedere attraverso un solo account ad una pluralità di servizi, dall’altro l’utilizzo non può essere vincolato alla realizzazione automatica di un profilo pubblico dell’utente. Per cui la maggiore novità è rappresentata dal fatto che si potranno progressivamente utilizzare tutti i servizi Google senza dover avere un account Google Plus e ad aprire la strada a questa novità è YouTube.

 Un passo in dietro insomma verso la convergenza forzata fra social, account e servizi a favore di una più stretta relazione fra un unico login e i servizi offerti. E’ forse prematuro gridare al divorzio, si può trattare piuttosto di un modo per superare la più grande criticità del social network sites di Google: un elevato numero di iscritti a cui corrisponde un quasi nullo livello di interazione, come dire…pochi ma buoni.

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