È passato oltre un mese dalla morte di Giulio Regeni. Accade fin troppo spesso che un giovane perda la vita in una fetta di mondo in cui raccontare quel che accade non è semplice né sicuro; in più, la motivazione che aveva spinto quel ragazzo friulano, dottorando a Cambridge, fino in Egitto, era forse meno “poetica” del solito: la ricerca scientifica, la volontà di capire e raccontare lo stato dei diritti al di là del Mediterraneo attraverso gli strumenti dell’economia e della scienza politica. Riportando, quasi “collateralmente”, qualcosa di quel che stava scoprendo attraverso il racconto giornalistico. Eppure, anche in funzione dei dubbi che avvolgono la verità sulla morte di Giulio Regeni, l’attenzione che l’opinione pubblica, i media, le università, le organizzazioni non governative gli dedicano è stata grande, e non sembra destinata a spegnersi tanto facilmente.
Sapienza ha dedicato al ricordo di Giulio Regeni un segmento del Collegio dei Direttori di Dipartimento di lunedì 15 febbraio, un’iniziativa in collaborazione con il Municipio II di Roma. Domani, mercoledì 2 marzo, mentre il Rettore e le autorità accoglieranno i neo-dottorandi, MuSa Blues accompagnerà un secondo momento di commemorazione. Perché la memoria non vada perduta, e sia piuttosto di ispirazione per quanti sarebbero stati onorati di poter chiamare “collega” Giulio Regeni.
A questo link http://www.uniroma1.it/notizie/giornata-di-benvenuto-ai-dottorandi-del-xxxi-ciclo i dettagli sulla giornata.
Di seguito l’articolo di Tommaso Accomanno Dov’è la verità? Falsità e menzogne sulla morte di Regeni