Qualcuno le aveva già definite come “le Olimpiadi dell’energia pulita”. Stiamo parlando di Solar Decathlon, competizione internazionale nata nel 2002 su iniziativa del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America (US DoE), giunta ormai alla sua ottava edizione, che mette di fronte 22 atenei sparsi per il mondo per la realizzazione di abitazioni energeticamente sostenibili. La sede dell’edizione del 2018 è, per la prima volta, fuori dal continente americano: l’acronimo SDME identifica quella in corso come la Middle East competition.
In questa sorta di Coppa del Mondo della Green Energy, l’Italia partecipa con un team composto da studenti e professori della Sapienza, i quali porteranno a Dubai competenze e progetti per realizzare un’abitazione completamente sostenibile.
“Una competizione estremamente importante” tiene a sottolineare il Prof. Fabrizio Cumo, direttore del centro di ricerca del territorio, dell’edilizia, del restauro e dell’ambiente dell’Universita La Sapienza di Roma (CITERA), intervistato a margine della sua partecipazione alla tre giorni “Energia tra fatti, comunicazione, comunità”, promossa da Wec-Italia e Askanews, che si è tenuta a Trevi.
“A Dubai saranno riunite le università più green oriented del mondo per realizzare un edificio di circa 100 mq alimentato interamente a energia solare”. Ma non si tratta di una competizione fine a se stessa, come ci tiene a ricordare il prof. Cumo, ma bensì il culmine di “un percorso iniziato nel 2016 che ha raccolto già la partnership di ben 30 sponsor, tra cui diverse aziende leader del settore, che aiuteranno l’Università a sostenere le spese di partecipazione. Nell’ottobre del 2018 a Dubai ci sarà la costruzione in loco del prototipo. Per dirla in parole povere è un po’ come la Formula 1. Lì si spinge al massimo la tecnologia automobilistica per poi utilizzarla, in futuro e con le opportune modifiche, sulle auto che guidiamo tutti i giorni. Vale lo stesso principio. Anche qui porteremo le tecnologie ad una situazione estrema per poi mutuarle nella vita quotidiana”.
Ed è proprio sulle prospettive future di applicazione che il discorso diventa interessante. Solar Decathlon infatti, sin dalla sua creazione, non è stata concepita come una competizione chiusa a sé stante, ma bensì come un banco di prova per testare tecnologie che in un futuro si spera possano avere impatto nella vita di tutti i giorni. La stessa location, Dubai, potrebbe quindi essere un importante stress test, con condizioni climatiche che spingeranno al limite le capacità dei 22 partecipanti. Ma proprio le estreme condizioni presenti nella penisola arabica potrebbero creare tecnologie più facili da “importare” in Europa.
“Non è una gara fine a sé stessa” ci tiene a sottolineare il Prof. Cumo:“Come detto tutto ciò che costruiremo e testeremo a Dubai può avere un’applicazione anche a casa nostra, in un futuro più o meno vicino. Stiamo creando inoltre tra gli studenti i presupposti per lo sviluppo di una cultura della sostenibilità. Questo è un tema che nella nostra università è già presente. In molti dei nostri corsi di laurea ed insegnamenti il tema della sostenibilità è trattato in maniera tutt’altro che superficiale. Questo però non vuol dire che non possiamo migliorare ulteriormente”.
Una sfida che ha comprensibilmente destato l’interesse anche del mondo politico con in prima fila il Ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, il quale ha dichiarato che “qualsiasi iniziativa volta alla sostenibilità ambientale non può che incontrare il parere favorevole da parte delle istituzioni”.
In definitiva, la vittoria finale si baserà su nove (più uno) parametri che verranno valutati singolarmente. Si va dai progetti fino alla copertura mediatica che l’Università è riuscita ad ottenere, senza dimenticare l’uso di materiali ed altri parametri. Alla fine, coloro i quali risulteranno i migliori in più categorie, otterranno la vittoria. Con la speranza però che alla fine a vincere sia, prima ancora che il singolo ateneo, il concetto stesso di sostenibilità.
Parte della strategia di comunicazione comprende il coinvolgimento non solo di grandi sponsor, ma anche di singoli donatori, che nella logica del crowdfunding vogliano dare il loro contributo alla missione del team Sapienza nella promozione dell’abitare sostenibile. Ancora per pochi giorni sarà possibile partecipare alla campagna lanciata su Eppela.